3 CICLO: La stratificazione e le sovrapposizioni | Il mondo dei vettori. Geometrie e layer.

 

Leonardo 2

Secondo fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere un immagine, un disegno a distanza se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi fisici? Come faccio, se voglio trovare un sistema più efficiente, più rapido e meno "scemo" del precedente?

 

Le caratteristiche del mondo vettoriale sono profondamente diverse da quello raster.

Per capire di cosa si tratta è bene fare un esempio in cui s’illustri il metodo di trasmissione a distanza di una linea:

 

Logica Raster® A1,B2,C3,D4,E5.

Nella Logica Layer: la trasmissione può essere effettuata fornendo solo tre parametri, indipendentemente dalla lunghezza della linea.

® C/Vector/L A1 – B5

Moltissime organizzazioni degli elementi hanno a che vedere con l’accoppiamento ad un dato (A&N), altre hanno a che vedere con "organizzazioni" congrue di dati "semanticamente rilevanti". Una delle più noti ed utili è quella dei Layers o livelli, che ci permettono di manipolare contemporaneamente più elementi.

Il primo che si rese conto delle potenzialità e della potenza comunicativa della stratificazione fu Eisenman, che in molti dei suoi progetti propone orditure separate e sovrapposte per strati, che, pur incrociandosi, conservano la loro autonomia.

Anche Tschumi, nelle progettazione del Parco de la Villette, applica la logica del layer. Il progetto è caratterizzato dalla combinazione di tre sistemi autonomi, quello degli spazi (il parco), quello degli oggetti (i padiglioni) e quello dei movimenti (i percorsi), progettati singolarmente e sovrapposti, stratificati.

Koolhaas, nel suo progetto alla Villette, usa la stessa logica: ma in questo caso oltre ad una stratificazione orizzontale, ne troviamo anche una verticale. Il sistema è cosi costituito da cinque strati: le fasce, le griglie puntiformi, i percorsi, lo strato finale e la divisione in zone, che sovrapposti, generano il disegno del parco.

Libeskind spesso si serve della sovrapposizione di sistemi esistenti, che poi si semantizzano, assumendo funzioni specifiche.

 

 

 

 

 

P. EISENMAN

Eisenman si forma a cavallo tra gli anni ‘50-’60 con la laurea a Cornell nel 1955, il master a Columbia nel 1960 e il dottorato all’University of Cambridge tre anni dopo.

Nella fase iniziale della sua carriera si concentra sullo studio di due opere di Giuseppe Terragni:

che sembrano essere soggette a movimenti opposti ed a effetti di tipo dinamico molto diversi:

· la Casa Del Fascio segue una sorta di stratificazione, di erosione, dall’esterno all’interno;

· la Casa Giuliani-Frigerio segue il processo inverso, di esplosione dall’interno verso l’esterno.

Eisenman mette in evidenza questi aspetti attraverso una serie di progetti di House effettuati.

Per capire il rapporto con Terragni bisogna far riferimento all’ "House 2" di Eisenman, perché si uniscono esplosione ed erosione originando l’implosione (ossia esplosione in uno spazio chiuso).

Altro aspetto che Eisenman riprende dall’architetto comasco è la forma ad L.

E’ il campione dell’analisi linguistica, "l’architettura è un testo per rappresentare la struttura formale di una narrazione.

Studia la generazione di Gropius ed il ribaltamento sintattico e costruttivo che caratterizza questo periodo sia nell’architettura che nel mondo industriale.

L’architettura doveva rappresentare contenuti forti ed innovativi anche per lo sviluppo industriale.

Dal 1960 in poi tali concetti sono ormai acquisiti, Eisenman guarda l’architettura con ottiche deformanti. Si guarda l’architettura con logiche parziali, l’attenzione si concentra solo sull’aspetto formale definendo una serie di passaggi logici altrimenti non raggiungibili.

Sulla base di ciò si sviluppa un ragionamento filosofico di cui tre fasi interessano anche l’architettura:

  1. Strutturalismo: deriva dalla lettura delle strutture antropiche, cioè come l’uomo si organizza. Levy Strauss è capostipite di questa dialettica tra struttura costante e variazioni all’interno di una comunità.
  2. L’analisi di un testo o linguistica strutturale: la parola chiave è testo con le sue regole interne di composizione. Idea di decodificazione dei linguaggi, tanto da rimuovere consuetudini che hanno a che fare con la funzionalità.
  3. Post-strutturalismo o decostruttivismo: allargamento e ricerca di nuove potenzialità in un testo classico. In campo architettonico è il momento dei Five di cui fa parte anche Eisenman.

Le House:

In un ulteriore progetto per la città di Venezia, Eisenman giunge alla conclusione che l’architettura è fatto contestuale, opera una sorta di stratificazioni traendo nuove linee di forza concettuali da alcune vecchie carte. Con la sovrapposizione di vecchie mappe disegna il suo progetto. (layer)

Con il progetto a Berlino si "fonde" l’Eisenman teorico con quello architetto: nelle nuove griglie inserisce, ingloba gli edifici preesistenti.

Successivamente si avvale della tecnica del dislocamento: i progetti partono da mondi teorici muovendosi sulla geometria booleana attraverso il principio della traslazione.

HOME

AVANTI

INDIETRO